La Persuasione Pubblicitaria
Per persuasione
si intende, in generale, ogni atto comunicativo finalizzato al cambiamento di
opinioni, atteggiamenti o comportamenti di altre persone. La psicologia
sociale, inoltre, si è focalizzata sullo studio delle condizioni e dei processi
in cui avviene il cambiamento di opinione e atteggiamenti.
Uno degli esempi
più lampanti di comunicazione persuasiva potrebbe esser rappresentato dalla
pubblicità.
Tuttavia, per
comprendere meglio il fenomeno, è necessario esplorare i modelli
che si sono occupati di esaminare le caratteristiche tipiche della persuasione.
Gli approcci di stampo comportamentista
I primi studiosi
comportamentisti partono dall’idea che gli atteggiamenti siano il risultato di
un’interazione tra disposizione ed apprendimento.
Cercano, quindi,
di spiegare il cambiamento dei comportamenti attraverso lo studio del condizionamento
classico e operante.
Il primo è un
tipo di apprendimento in cui uno stimolo neutro finisce per produrre una
risposta dopo che è stato abbinato a uno stimolo che causa normalmente quella
reazione. Il secondo, invece, è una forma di apprendimento in cui una risposta
volontaria viene rinforzata o indebolita in base alla generazione di
conseguenze favorevoli o sfavorevoli.
Partendo da
questi assunti, i comportamentisti credono, quindi, che sia possibile
influenzare gli atteggiamenti degli individui creando forti connessioni tra le persone stesse e molteplici stimoli, che possono essere positivi o negativi
(condizionamento classico), oppure tra le risposte all’oggetto di interesse e
un determinato rinforzo positivo/ negativo (condizionamento operante).
L’applicazione
di questo approccio alla pubblicità implica sia la conoscenza dei bisogni
dell’uomo, sia la reiterazione continua del messaggio per rinforzare
l’associazione tra la soddisfazione di un bisogno e il concetto reclamizzato,
inducendo, così, l’utente all’azione.
Appare evidente,
da questa prospettiva, l’idea di un utente passivo e senza visione critica, il
che rappresenta una forte limitazione della teoria, che, infatti, viene superata
da approcci più recenti.
Gli approcci di stampo cognitivista
A differenza
dell’approccio comportamentista, Hovland e i suoi collaboratori, nello studio
della persuasione, considerarono molteplici variabili che pensavano potessero
influire sul processo persuasivo.
Gli elementi studiati
sono, quindi, la credibilità della fonte, la posizione degli argomenti
nell’organizzazione del messaggio e le caratteristiche del ricevente.
Inoltre, tale approccio, definito message-
learning approach,
è costituito da due argomenti fondamentali.
Il primo si basa sull’idea che la
comunicazione persuasiva sia efficace solo se il ricevente può comprendere il
messaggio. Il secondo, invece, considera il cambiamento di opinione in base a:
a)
Ricompense: se queste sono favorevoli, si verificherebbe
il cambio di atteggiamento.
b)
Punizioni: queste inibirebbero il cambio di opinione.
Paradigma
dell’elaborazione delle informazioni
Il message- learning approach fu
ulteriormente approfondito e studiato da McGuire con
il Paradigma dell’elaborazione delle informazioni.
Per suscitare
l’azione, un messaggio persuasivo deve superare le seguenti fasi:
- Presentazione del messaggio (o esposizione dell’utente al messaggio);
- Attenzione ai contenuti;
- Comprensione dei contenuti;
- Accettazione dell’opinione presentata nel messaggio;
- Memorizzazione della nuova opinione;
- Comportamento, cioè l’azione dell’individuo sulla base della nuova opinione.
Secondo il
modello, l’efficacia della comunicazione persuasiva si realizza attraverso la
verifica di tutte le fasi elencate. Infatti, il fallimento di un solo passaggio
potrebbe compromettere l’intero processo.
Nonostante la
pubblicità odierna non sia sempre compatibile con il modello qui proposto circa
i contenuti e le modalità di presentazione, McGuire ha fornito brillanti
intuizioni.
Infatti, nelle
campagne pubblicitarie è fondamentale occuparsi dell’attenzione catturata dal
potenziale ricevente e della successiva memorizzazione del messaggio.
Infine,
differenziandosi dall’approccio comportamentista, quello cognitivista concepisce
l’utente come un soggetto dotato di razionalità e senso critico.
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