Marketing e bisogni dei consumatori nella società moderna
Verso una più chiara
definizione dei consumi nella società contemporanea, attraverso lo studio del
binomio “marketing e bisogni dei consumatori”.
Come anticipato, questi rappresentano i bisogni primari. Una volta soddisfatti è possibile procedere con:
Nella società moderna, costituita
da un’eccedenza di beni e servizi variegati e da consumatori sempre più
informati e critici, la vera sfida per
le aziende è quella di competere
non più attraverso le classiche strategie di marketing che puntano sulla qualità
dei prodotti proposti, definita come “product oriented” ma attraverso l’approccio “people
oriented”, nel quale il focus di attenzione è costituito proprio dalle
persone. Gli individui sono i veri protagonisti delle dinamiche di marketing e
comunicazione. L’obiettivo è quello di “metterli al centro” e renderli veri e
propri protagonisti, andando a soppiantare la classica concezione del cliente
visto come utente passivo e semplice target da colpire. Per questo risulta di fondamentale importanza
conoscere il proprio pubblico, sia in termini di desideri sia dal punto di
vista dei bisogni. Ecco che allora il binomio marketing e bisogni dei
consumatori va a costituire l’essenza della relazione di scambio tra impresa e
persone.
LA PSICOLOGIA DELLA MOTIVAZIONE
Prima di poter approfondire il
discorso “marketing e bisogni dei consumatori”, è strettamente necessario
definire cosa sia la motivazione. Secondo i teorici e gli psicologi
comportamentali, la motivazione viene considerata come un insieme dei processi di attivazione e di
orientamento del comportamento affinché si possa verificare la realizzazione di
uno specifico scopo.
Le prime teorie legate a tale
costrutto, cercano di fornirne una spiegazione puntando l’attenzione agli
istinti, cioè comportamenti innati e biologicamente determinati, piuttosto che
appresi. Già nel 1859 Darwin
propose il concetto di istinto per indicare quei comportamenti, tipici degli
esseri umani ma anche degli animali, in grado di garantire la sopravvivenza,
giungendo poi a definire il principio di selezione naturale.
Tuttavia, il padre della
psicologia della motivazione è William McDougall che riconosce agli istinti delle
caratteristiche aggiuntive:
- Dimensione cognitiva (riconoscere qualcosa e prestarvi attenzione)
- Componente affettiva (ogni istinto è caratterizzato da una specifica emozione)
- Dimensione conativa (l’impulso di comportarsi in certi modi, come ad esempio la reazione di attacco-difesa).
Ecco che allora, in questo caso,
il comportamento risulta determinato da alcune emozioni di base, come la rabbia
o la paura. Risulta, quindi, che anche le emozioni possano rientrare nelle
teorie legate alla motivazione. A seguito di una rapida valutazione basata su
reazioni emotive, si possono attuare dei comportamenti finalizzati alla
sopravvivenza.
DAGLI ISTINTI AI BISOGNI
Se l’istinto o la pulsione viene
definito come un’attivazione da parte dell’organismo che determina i
comportamenti, il bisogno viene visto
come una condizione di necessità o carenza. Visto che l’essere umano tende
al mantenimento dell’omeostasi (uno stato di equilibrio interno), i bisogni devono
essere necessariamente soddisfatti.
A tal proposito, risulta
necessario riproporre la classificazione dei bisogni di Murray, che distinse i
bisogni primari da quelli secondari. I primi, detti anche viscerogeni costituiscono le necessità
fisiche dell’organismo; i secondi, detti anche psicogeni, rappresentano invece dei bisogni acquisiti tramite
l’esperienza. Partendo da questa prima distinzione, Abraham Maslow realizzò
la piramide di bisogni fornendo una classificazione ancora più strutturata.
MARKETING E BISOGNI DEI CONSUMATORI: Dalla piramide di Maslow in poi
La piramide di Maslow rappresenta il precursore di tutte le ricerche
mirate allo studio dei bisogni e di come questi possano rappresentare una leva
fondamentale per le strategie di marketing. Per realizzare la sua piramide,
Maslow partì dalla suddivisione dei bisogni di Murray in primari e secondari.
L’idea è che questi ultimi non possano esser soddisfatti fino a che non vengano
appagati quelli primari. A partire dalla base della piramide, dunque, è
possibile individuare i seguenti bisogni:
- Bisogni fisiologici, costituiti da quelle pulsioni strettamente legate all’organismo e che possono essere il bisogno di bere, mangiare, dormire etc.
- Bisogni di sicurezza, che rispondono all’esigenza di un ambiente sicuro e protetto.
Come anticipato, questi rappresentano i bisogni primari. Una volta soddisfatti è possibile procedere con:
- Bisogni di appartenenza, cioè bisogno di entrare in relazione con l’altro, di ricevere amore e di dare affetto.
- Bisogni di stima, costituiti dalla necessità di sentirsi e percepirsi come individui degni di stima e considerazione. Rientrano in questa categoria il bisogno di avere una buona reputazione, di sentirsi adeguati e di avere prestigio.
- Bisogni di autorealizzazione, che rappresentano il livello più alto nella piramide proposta. In questo caso le persone percepiscono un senso di appagamento perché si sentono realizzate ed hanno individuato la “loro strada”.
Proseguendo con i bisogni
secondari, McClelland
ritiene che gli esseri umani siano, altresì, caratterizzati dal bisogno di successo, potere ed affiliazione.
Il primo tende al raggiungimento di risultati eccellenti e questo procura al
soggetto un elevato livello di soddisfazione. È emerso che le persone in cerca
di successo, cercano situazioni di competitività per uscirne vincenti e
dimostrare di avere, appunto, successo. Il secondo bisogno, invece, nasce
proprio all’interno delle relazioni tra più persone. L’obiettivo di chi vuole
esercitare potere, sarà quello di influenzare il comportamento degli altri,
cercando quindi di avere potere sulle persone con cui ci si relaziona. Infine,
il bisogno di affiliazione ricorda il bisogno di appartenenza teorizzato da
Maslow. Le persone cercano affetto e vogliono trasmettere amore alle persone a
cui tengono.
MARKETING E BISOGNI DEI CONSUMATORI: AL CENTRO DELLA STRATEGIA
Consapevole dell’importanza della
motivazione e dei bisogni delle persone, concepiti proprio come driver del
comportamento, gli specialisti di
marketing hanno cercato di basare molteplici strategie di vendita proprio sulle
teorie appena descritte.
L’assunto di base è che le persone possano acquistare dei beni o dei
servizi proprio per soddisfare i loro bisogni. Molto banalmente si può dire
che si compra una confezione di acqua quando si ha sete, del cibo quando si ha
fame o una casa per poter soddisfare il proprio bisogno di sicurezza. Tuttavia,
il processo non è così semplice, ma ancora più importante, esistono miriade di
aziende che si occupano della produzione di alimentari e molteplici agenzie
immobiliari che promuovono case di ogni tipo.
Può capitare, infatti, che a fronte
di uno stesso prodotto (la pasta) il consumatore non sappia quale marca
scegliere. In questi casi la persona vacilla e non sa se raggiungere o meno
l’acquisto del prodotto. Gli esperti, dunque, potrebbero favorire il
superamento di questo ostacolo enfatizzando al consumatore tutti gli aspetti
attraenti e desiderabili del prodotto, camuffando gli aspetti negativi (ad
esempio un prezzo leggermente più alto rispetto il prodotto competitor). In
questo caso si tratta di una situazione
di conflitto chiamata raggiungimento- evitamento, secondo
la quale si opta per l’acquisto di un
bene a discapito dell’altro, che presenta un’offerta meno attraente e
convincente. Più complessa risulta la situazione di raggiungimento- raggiungimento,
nella quale il consumatore prova un
forte interesse per entrambi i prodotti. Nella maggioranza dei casi, a
seguito di una lunga ricerca di informazioni, si procede con l’acquisto di uno
dei due beni. In altri casi, invece, l’aver scartato un prodotto genera una
serie di rimorsi nel consumatore, che proverà una situazione chiamata “dissonanza post-decisionale”.
Inutile dire che nelle situazioni
evitamento-evitamento,
nella quale il compratore non risulta convinto da nessuna delle due proposte,
il procedimento termina proprio con l’assenza
di acquisti.
Tuttavia, proprio perché nella
società contemporanea i bisogni secondari, cioè psicogeni, risultano dominanti
rispetto quelli fisiologici, la
comunicazione di marca assume un ruolo di fondamentale importanza. Basti
vedere l’importanza della comunicazione nella situazione
raggiungimento-evitamento.
Spesso, infatti, nel marketing le pubblicità sfruttano proprio
la teoria secondo la quale alcuni bisogni risultino latenti finché non vengono
attivati da una causa esterna presente nell’ambiente. Ad esempio, una pubblicità nel settore moda o
cosmesi, potrebbe enfatizzare il fatto che quel determinato vestito o profumo
contribuisca a generare attrazione da parte del sesso opposto, facendo quindi leva sul bisogno di “appartenenza o affiliazione”.
Un ulteriore esempio che va a
rinforzare il binomio “marketing e bisogno dei consumatori” è rappresentato dal
collegamento tra bisogno di realizzazione ed auto-indulgenza.
Dalle ricerche è emerso che le persone hanno la tendenza a trattare se stessi
con delle ricompense in relazione ai propri successi e realizzazioni. La
particolarità è che gli auto-regali non sono costituiti da acquisti salutari ma da vere e proprie ricompense che rispondono al principio di piacere:
scatole di cioccolati, una bottiglia di vino etc.
Infine, se il cospicuo consumo sembra esser
direttamente collegato al bisogno di
approvazione, di status e successo, l’eccessivo
shopping è legato agli stati
emozionali. In molte occasioni, gironzolare per negozi e fare shopping
porta ad uno “spegnimento del cervello”, giungendo ad un superamento dello
stress e ad una temporanea sensazione di benessere.
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